mercoledì 7 novembre 2012

L'estetica delle periferie sale a quota rifugio

Il rifugio "Vittorio Veneto" allo Schwarzenstei/Sasso Nero.
Mai in Sudtirolo si è costruito così tanto e così male come nell'era Durnwalder. Tanto che adesso l'estetica urbanoide, prima confinata al fondovalle, raggiunge anche la montagna.
Il verbo della casa-klima e l'estetica del bio-bau diventano la foglia di fico ideologica di un modernismo spigoloso e aggressivo, fatto di lamiere, tetti piatti e affari. E l'ente pubblico è in prima fila, ad incoraggiare e premiare.
👉Come nei nuovi progetti di 3 dei 24 rifugi passati dal CAI alla Provincia Autonoma.
👉Che cosa ne direbbe oggi Alfons Benedikter, l'orgoglioso, strenuo difensore del paesaggio sudtirolese che lui vedeva come come elemento costitutivo e fondante della Heimat? Oggi - come si dice - il dibattito è aperto, che sarebbe come dire: "ma chi se ne frega, la strada è tracciata...".
Sopra: il Rif. Vittorio Veneto al Sasso Nero-Schwarzenstein (Valle Aurina) ieri e come è oggi. Qui: lo stesso rifugio nel suo aspetto attuale e come appare in  un rendering ricavato dal progetto che ha vinto il concorso indetto dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

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