mercoledì 27 luglio 2016

Il nuovo rifugio Edelrauthütte (Alpi Aurine)

Il nuovo Edelrauthütte/Rifugio Ponte di Ghiaccio si raggiunge agevolmente dal Lago di Neves con un facile sentiero escursionistico. Sostituisce il precedente edificio storico, che è stato abbattuto come una vacca a fine corsa.
Rifugio ponte d ghiaccio Edelrauthütte
Qui sopra a sinistra: il vallone che dal Lago di Neves sale fino al Rifugio Ponte di Ghiaccio. Da lassù in poi si apriranno i passaggi per i veri amanti della montagna, che punteranno all'Hochfeiler/Gran Pilastro lasciandosi alle spalle le storditaggini dell'ideologia bio-bau (a loro volta drogate dai finanziamenti pubblici). Bagnati se piove e bolliti se c'è il sole: il regionalismo architettonico è un concetto bellamente ignorato dagli architetti bio-bau che si atteggiano ad ambientalisti.
Rifugio ponte d ghiaccio Edelrauthütte
Il vecchio rifugio in alcuni scatti degli anni Duemila.
Vedi le altre foto in Google Foto.
L'edificio esibisce quelle linee bio-bau tanto di moda ma così poco adatte all'ambiente alpino.
Un tetto senza falde, vetrine da supermercato, un interno poco funzionale ma "arredato" come il bar trendy del distributore di benzina sulla Me-Bo.
Tanta estetica e poco funzionalità. 
👉Quando ci sono, i materiali del posto vengono "citati" come in qualsiasi tesina di laurea, con un effetto lipstick-on-pig che sconcerta.
GPS Rifugio ponte d ghiaccio Edelrauthütte
Scarica la traccia GPS da Wikiloc.
Sembra pensato da un geometra in cerca di visibilità ma mai stato in montagna.
👉Ci prendiamo la pioggia perchè non ci sono le falde, non si può entrare perchè il locale (che è affollato) rimbomba peggio di una discoteca. Un'acustica handicappata per un progetto sbagliato in nuce.
👉Piove ma ce ne andiamo lo stesso, è sicuramente il male minore. Scendendo penso al personale di servizio che ogni mattina dovrà ripulire a mano i grandi vetri dell'esibizionismo bio-bau.
Faremo tappa più sotto, in un locale meno trendy ma più amichevole, accogliente e funzionale. Ha perfino i gerani alle finestre (un vero sgarbo passatista, secondo l'architettura ideologica del bio-bau).

Quote e dislivelli (dati del GPS):
Quota di partenza/arrivo: m 1.840 (parcheggio)
Quota massima raggiunta: m 2.530
Dislivello assoluto: m 690
Dislivello cumulativo in salita: m 941
Dislivello cumulativo in discesa: m 939
Lunghezza con altitudini: km 12
Tempo totale netto: ore 4:15 AR
Difficoltà: E

Descrizione del percorso: la traccia GPS toglie ogni problema di orientamento e rende superflua la descrizione dettagliata. Il sentiero è sempre agevole.

Come arrivare: si abbandona la statale della Val Pusteria all'altezza di Brunico prendendo per la Val Aurina. Giunti a Mühlwald/Selva dei Molini si svolta a sinistra e si risale la Val di Selva dei Molini fino alla stanga prima del Lago di Neves (pedaggio Euro 7, strada molto stretta). Giunti sul lago, si trovano diverse aree di sosta e parcheggio.



Storia del rifugio (copia-incolla dal sito http://edelrauthuette.com)
Viene inaugurato il 17 agosto 1908 in presenza del consigliere imperiale Dr. Daimer, nativo di Campo Tures. Pareti di blocchi di legno rinforzati in parte da un muro, coperte esternamente da scandole, e internamente pannellate. Il punto d'appoggio fu frequentato fin dall’inizio: perfino nell’estate 1910, caratterizzata dal brutto tempo ospitò 95 alpinisti.

Dopo la Prima guerra mondiale l’Alto Adige fu annesso all’Italia con il Trattato di Saint Germain e tutti i rifugi del Club alpino austro-tedesco siti sul territorio furono espropriati. Sulle cartine geografiche italiane la denominazione „Edelrautehütte“ fu italianizzata in „Rifugio Passo Ponte di Ghiaccio“.

Nella tradizione popolare si è mantenuto il nome originale, anche se si è semplificato: da Edelraute Hütte a Edelrauthütte. Il terzo nome, „Eisbruggjochhütte”, che compare frequentemente, è la traduzione tedesca della denominazione italiana. Il rifugio entrava dunque a far parte del Ministero della Difesa italiano e la sua amministrazione veniva affidata alla sezione di Bressanone del CAI Alto Adige, responsabile da quel momento in poi della sua gestione e manutenzione.

Il rifugio, che versava in pessime condizioni e in stato di abbandono in seguito alla Seconda guerra mondiale, fu rimesso a nuovo nel 1950 dal CAI di Bressanone. In seguito il Club alpino lo gestiva fino al 1964, anno in cui essa venne di nuovo occupato dai militari.

Dal 1973 il rifugio “Ponte di Ghiaccio” ritorna a disposizione degli alpinisti. La riapertura si deve a Peter Volgger. Negli anni successivi furono Toni e Maridl Weissteiner insieme ai membri della famiglia Mittermair, attuali gestori del rifugio “Gran Pilastro”, a occuparsi del rifugio. Inizialmente i generi alimentari venivano trasportati unicamente nelle gerle, in zaini o da cavalli.

Poiché nei giorni di maggior afflusso mancava il posto per lo stoccaggio, fu costruito nel 1978 un edificio di appoggio, il bivacco „Enzo Miglioranza“ con ricovero invernale e posti letto. I materiali edili furono trasportati soprattutto da muli e in piccola parte da un elicottero militare.

I primi rifornimenti di alimentari per mezzo di elicottero iniziarono nel 1980. Con la crescente popolarità dei sentieri d’alta quota fu necessario un ulteriore ampliamento del rifugio. Nel 1985 la sezione del CAI di Bressanone costruì lo spogliatoio e i servizi igienici; nel 1986 fornì un nuovo generatore di corrente per poter installare una lavatrice. La costruzione dell’attuale centrale elettrica fu ultimata tra il 1990 e il 1991. Nello stesso anno la sezione CAI di Bressanone concesse ai gestori di ampliare a proprie spese la cucina e la sala da pranzo.

Nel 1990 il Rifugio veniva chiuso per ragioni di natura sanitaria. Cucina e gabinetti non corrispondevano più alle norme vigenti. Nello stesso anno la sezione CAI di Bressanone concesse ai gestori di ampliare a proprie spese la cucina e la sala da pranzo. Nel 1991 venivano ristrutturati la cucina, la sala da pranzo, il bagno.

Nel 2008 dopo un secolo sul Passo ponte di ghiaccio il rifugio compie gli anni. Un’ottima occasione per brindare ad altri cent’ anni di storia della montagna. Si festeggia, un libro viene pubblicato un libro e l´edificio viene rivestito di legno.

Nel 2010 26 rifugi passano dalle mani del Club Alpino Italiano a quelle della Provincia Autonoma di Bolzano. Dopo il primo sopralluogo é certo che il Rifugio deve essere abbattuto e ricostruito ex novo. La Provincia lancia l’idea di un concorso per fare scorta di idee “innovative” ed “ecosostenibili” per l’ambiente. I risultati che vengono presentati per lungo tempo si trovarono al centro di una discussione controversa sull´architettura contemporanea d´alta quota.

Al primo sole di primavera dell’ anno 2015 iniziano i lavori di demolizione e ricostruzione del rifugio Ponte di Ghiaccio. Il nuovo edificio viene costruito dietro la vecchia baita entro quattro mesi. Responsabili sono gli Modus architects Matteo Scagnol e Sandi Attia di Bressanone.

Nel 2016 il nuovo Rifugio viene riaperto. Un’ottima occasione per brindare con i nostri ospiti ad altri cent’ anni di storia della montagna!

2 commenti:

  1. Non si vedono le foto del giro di cima trenta nelle Maddalene....
    ciao Paolo

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  2. Grazie ancora Paolo. Ho sistemato.

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