venerdì 11 settembre 2015

GPS e telefonino: piccoli progressi continuano

Nessuna rivoluzione, ma i miglioramenti sono costanti e i piccoli progressi continuano a erodere i vantaggi del Gps come strumento a sè stante.
Una parte del tracciato sulla schermata OruxMaps. Durante la prova ho
mantenuto le impostazioni di default sia in OruxMaps che nell'Android
del Sony. Ho però avuto cura di mettere il telefonino in modalità "aereo"
per evitare il consumo aggiuntivo provocato dalla continua ricerca del
campo in zone non coperte.
Batterie più capienti e sistemi operativi meno assetati, sembrano essere questi i due fattori che, assieme, stando rendendo sempre più concreta la possibilità di portarsi in montagna uno smartphone anzichè un Gps dedicato.
Tre anni fa avevo cominciato con un Samsung Galaxy S2; con la batteria di seria (1.650 mAh) riuscivo a tracciare si e no per tre-quattro ore al massimo, dopodichè la batteria era a zero e così restavo anche senza telefono.
Oggi, col nuovo Sony Xperia Z3 Compact (batteria da 2.600 mAh e sistema operativo aggiornato) le cose vanno molto meglio.
Ho tracciato la discesa dal rifugio Schwarzenstein fino al parcheggio, un totale di 5 ore in parte in campo aperto e in parte nel bosco, lasciandolo acceso anche durante le soste, insomma dimenticandolo in tasca.
Partito con un 80% di batteria sono arrivato con un 45%, il che vuol dire un 35% in cinque ore di tracciatura continua, ossia un consumo del 70% in 10 ore (rimane un 30% di riserva per le telefonate).
Come prima prova l'inizio sembra incoraggiante. Quando i costruttori mon- teranno batterie di 3-4000 mAh sarà realisticamente possibile usare lo smartphone per tracciare anche nelle escursioni "vere", quelle che durano da mattina a sera. Non ci siamo ancora, ma la distanza coi Garmin non sembra più così incolmabile.

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