giovedì 12 dicembre 2013

La Alpi viste dal campanile di San Marco

Chissà che tempo faceva il 21 agosto del 1609 quando Galileo Galilei s'arrampicò fino alla cella campanaria per fare una dimostrazione del suo cannocchiale.
Guardando a nord dalla cella campanaria, intorno a mezzogiorno. Dalla foschia emergono solamente i maggiori  gruppi montuosi che fanno corona alla laguna veneziana e al suo  immediato entroterra: i monti di Asiago, i Lagorai, il Cimonega e le Pale di San Martino, le Dolomiti Bellunesi e il Gruppo del Col Nudo nell'Alpago (in senso orario).
Se solo si abbassa un poco lo sguardo il panorama cambia e diventa questo...
Me lo sono domandato in questa fredda mattina decembrina. Se fosse stata una giornata serena, avrebbe sicuramente avvistato la lunga serie di cime che spiccavano lungo il lontano e dentellato arco alpino.
👉Il grande scienziato non sarebbe stato certo in grado di riconoscerle e nominarle (l'illuminismo e l'esplorazione scientifica dei monti erano ancora di là da venire).
👉In ogni caso il suo sguardo si é probabilmente soffermato sul profilo misterioso dei monti che chiudevano la pianura verso settentrione.
Zoom sui monti dell'Alpago e Cansiglio, che sono quelli più vicini a Venezia. L'individuazioni delle cime è oggi fortemente agevolata da programmi che utilizzano modelli matematici del profilo del suolo, come l'ottimo e gratuito Panoramen Erzeugen.








5 commenti:

  1. mi è capitato una limpidissima e gelida mattina invernale (abitavo al Lido, allora) di vedere il profilo di Venezia che spiccava su una quinta di monti innevati. Ho fatto il viaggio in motonave fino a san marco a bocca aperta dalla meraviglia. (se no a sero me magno un cocal :P)

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  2. già, anche quella mi è capitata :D ho abitato a long Island, in via Fra Mauro, fra l'approdo di s. maria elisabetta e S.Nicolò. Posto tanto bello quanto assurdamente scomodo! soprattutto per una pendolare da Bolzano :S
    Prima di essere nell'elite lidensa sono stata campagnola: Spinea 6 mesi, Mogliano, 2 anni, Mestre Bissuola 1 anno. Poi finalmente, dopo la parentesi (2 anni?) lidense, finalmente in centro, vicino ai Pugni.
    La mia auto mi portava a destinazione come un vecchio cavallo verso la stalla: conosceva ogni cespuglio della Valsugana, ogni dosso, busa, posto da ghiaccio, da nebbia, da polstrada, da code. E' stato bello, sono contenta sia finita.
    Se non fosse così lontana dai monti Venezia (e se non la stessero svendendo ai turisti) ci tornerei a vivere volentieri.

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  3. Io sono stato solo sei mesi da mio zio a Mestre (Carpenedo), mi portava a vedere le partite del Venezia (che allora era in serie A). La parte migliore era il motoscafo dal Tronchetto a Sant'Elena. Ricordo il silenzio religioso con cui il pubblico seguiva la partita: si sentivano distintamente i calci al pallone, qualche ohh corale quando la palla sfiorava la porta. Osservavo i 22 con interesse da entomologo. Belli i colori delle divise (il Palermo era in rosa con i risvolti neri). Non mi sono preso il virus, per fortuna. Ok, girovaga...

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