giovedì 29 agosto 2013

Monti Ziolera e Valpiana da Passo Manghen (Lagorai)

L'intento era quello di buttare l'occhio su Cima Valpiana. Non c'ero mai stato e sapevo che che c'erano i resti di un ospedale da campo austriaco, una specie di pronto soccorso in prima linea.
La lunga cresta di Monte Valpiana, qui vista dal Monte Ziolera, è interamente
percorribile alla base grazie ai resti di un sentiero risalente alla WW1. Il
panettoncino all'estremità destra è la Cima del Bortolo (m 2.338).
Anche un modo per sfuggire all'affollamento delle domeniche estive facendo una passeggiata in quota sì, ma con poco dislivello.
Partito presto per dribblare il caldo e il traffico, arrivo che il passo e i dintorni sono ancora tranquilli. Così, vista la bella giornata, una volta arrivato alla Forcella del Frate, decido di aggiungere la salita al Monte Ziolera, un colpo d'occhio che non delude mai.
Il percorso visto in Google Earth.
Lasciata la vetta e sceso alla Forcella Ziolera, riprendo il percorso preventivato che si mantiene sempre sul versante meridionale delle linee di cresta, con la sola eccezione di un breve tratto sotto la cresta del Valpiana, quando il tracciato militare della WW1 si sposta sul versante opposto.
A Passo Manghen: dietro la piazzola dell'elisoccorsol'ampia insellatura con il
sentiero che risale i ghiaioni fino alla Forcella del Frate. A sinistra il Monte
 Ziolera e a destra la più bassa Cima di Valsolero.
Vedi le  altre foto in Picasa Web Album.
👉Il sentiero è in buone condizioni, 100 anni portati bene. Solo in qualche punto piccoli crolli e cedimenti richiedono attenzione nel posare il piede, mi aspettavo di peggio. Il posto è comunque sconsigliabile a chi soffre di vertigini perchè i tratti esposti, tagliati nel porfido vivo, sono numerosi e qualche passaggio è delicato.
Superata Cima Valpiana, il tracciato dirige verso Cima del Bortolo e incontra i lavori di restauro del vecchio ospedale da campo
austroungarico, un posto di primo soccorso a ridosso della prima linea. Nel 2014 cade infatti il centenario dell'inizio ostilità. I lavori sono in ritardo a causa delle nevicate primaverili. E' domenica, ci sono 5 persone con betoniera,
pacheretta, un container-cucina, cisterne d'acqua eccetera, tutto portato sù con l'elicottero.
Se daranno anche una sistemata al sentiero, questo posto potrà diventare una facile meta interessante per tutti.
Al ritorno seguo lo stesso percorso, evitando però di farmi la risalita al Monte Ziolera. Lo aggiro in orizzontale sui prati del versante sud lungo un bellisimo sentiero-balcone che permette una visione dettagliata della strada fatta all'andata.
Al passo affollamento e traffico. Scendendo osservo da lontano i motociclisti in arrivo dai due versanti. Provo a contare: su trenta passaggi, 4 si sono fermati, hanno gironzolato per due minuti e sono ripartiti, altri 3 hanno messo il piede a terra per permettere al passeggero di scattare una foto. Gli altri nemmeno questo, sono sfrecciati e via. Cosa sono venuti a fare?

Dislivelli e tempi: 
Quota di partenza e arrivo: m 2.047
Quota massima: m 2.478 
Dislivello assoluto: m 430
Dislivello cumulativo in salita: m 861
Dislivello cumulativo in discesa: m 850
Tempo totale netto: 4:50 ore
Lunghezza totale: 11,9 chilometri
Difficoltà: E

Descrizione dell'itinerario:
Inizia e termina a Passo Manghen (2047), dove si lascia la macchina. Seguire il sentiero SAT 322 che sale alla Forcella del Frate (m 2.228 - se si desidera evitare la salita alla vetta dello Ziolera si possono togliere dal conto 250 metri di dislivello seguendo il sentiero sulla destra che costeggia in orizzontale la base del monte).
Saliti sullo Ziolera (m 2.478), si scende dall'altro versante a Forcella Ziolera (m 2.250).
Da qui il sentiero segue le pendici della sovrastanti cime di Montalon tra evidenti ruderi di avamposti militari. Con moderati saliscendi si giunge davanti alla Forcella Pala del Becco alla quale però non si sale. Si abbandona il sentiero segnato per proseguire sulla destra in piano lungo una traccia evidente che dirige lungo la lunga e articolata cresta di Monte Valpiana (m 2.368).
L'ex-sentiero di guerra si mantiene pochi metri sotto la vetta e le cimette della cresta; si sposta alternativamente sui due versanti ma non c'è pericolo di cadere in errore perchè è sempre evidente. Talvolta corre molto esposto e in qualche punto è ingombro di macigni franati, ma non risulta mai difficile o realmente pericoloso, anche se richiede comunque assenza di vertigini e fermezza di piede.
Il sentiero porta direttamente all'ex-ospedale militare da campo. Al ritorno si segue il medesimo itinerario.

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