venerdì 8 febbraio 2013

La panoramica dorsale Hoabonti-Cola con la neve

E' una bella balconata con affaccio a nord e a sud, fra i Lagorai, le Dolomiti e gli altipiani che, oltre la Valsugana, scendono verso la pianura padana.
Hoabonti Cola
La dorsale che dallo Hoabonti porta al Monte Cola. Sullo sfondo al centro
Cima d'Asta e il gruppo delle Pale di San Martino sulla sinistra..
Siamo in pieno Trentino, ma gli insediamenti sparsi che giustificano la stradina asfaltata che prende via via sempre più quota ammiccano al mondo tirolese, mentre la Valsugana da cui arriviamo è per il resto del tutto italiana, direi quasi veneta.
Hoabonti Cola
Dalla vetta del Monte Cola verso il Tesino (a sinistra) e la basso
 Valsugana (a destra). Poco più in basso, innevato, il Col Chelder.
Le altre foto sono in Picasa Web Album.
Da Malga Trenca (m 1.666), dove si lascia l'auto, sono 800 metri di dislivello. Il giro ad anello tocca dapprima lo Hoabonti (m 2.334) e poi il Monte Cola (m 2.262)  richiede cinque ore. Le due cime sono unite da una dorsale in quota che costituisce la vera attrazione dell'escursione.
Foto, descrizioni e quote sono di Gigi.
escursioni_invernali
Relazione, quote e tempi:
Dalla Valsugana occorre raggiungere prima Roncegno, per poi seguire le indicazioni stradali per la loc. Le Pozze e il Rif. Seròt; quest’ultimo si raggiunge con un tratto finale di strada sterrata.
La stessa vista creata digitalmente dal software PanoramenErzeugen.
Lasciata l’auto nei pressi del Rifugio (parcheggi) si prosegue con la sterrata che, compiuti un paio di tornanti, passa da Malga Trenca per arrivare, poco dopo, in vista degli edifici della Loc. Trenca.
GPS Hoabonti Cola
Il tracciato in Google Earth.
Qui si abbandona la strada, che supera un corso d’acqua, per seguire a sinistra un altro tracciato sterrato. Quest’ultimo subito dirige verso il M. Cola di fronte a noi, poco dopo compie un lungo traverso verso est passando, dietro alla Malga Trenca (Volendo una volta alla Malga si può salire alle spalle della stessa su terreno libero fino a intercettare il tracciato qui descritto).
La pista prende a salire prima comodamente, poi con dei tornanti, dirigendo verso il crinale di SSE del M. Cola che raggiunge a circa 1.850 metri, poco sotto una croce già visibile da tempo. Superato il crinale, entriamo in Val d’Ilba in vista del piccolo baito omonimo (il baito è malconcio, ma
in ogni modo è un bel posto per una breve sosta).
Ripartiti, risaliamo la valle tenendoci lungo il versante ovest del M. cola arrivando sopra i 2.000 metri. Secondo le condizioni della neve
e il proprio allenamento possiamo continuare, più o meno, a seguire il solco vallivo mirando al punto più basso della cresta che unisce C. Hoabonti al M. Cola, oppure deviare a sinistra affrontando il versante est dell’Hoabonti; in entrambi i casi la salita diventa ripida. Personalmente ho preferito la seconda ipotesi arrancando a zig zag e giungendo poco sotto a quella che sembra quasi la vetta, in realtà è solo un cocuzzolo, dove confluiscono le creste sud e est dell’Hoabonti e che nasconde il proseguo della cresta.

Il percorso, ora comodo e panoramico, ma un po’ esposto, continua lungo il versante nord dell’Hoabonti, che precipita verso la Val di Cavé e i Sette Laghi, per poi girare a sinistra, raggiungendo la cresta con bella vista su Fravort, Gronlait e la sottostante Val Portella, e subito dopo la bianca calotta dell’Hoabonti.

Il panorama magnifico a 360° ricompensa più che abbondantemente della fatica!

Per il ritorno torniamo sui nostri passi per poi proseguire lunga la panoramica e aerea cresta che ci porta con una breve ripresa di dislivello al M. Cola; anche qui la vista non delude. Sempre con ampie visuali si scende ora lungo la cresta SE del M. cola raggiungendo il più basso Col del Chelder. Da quest’ultima cima si continua la discesa, ripida, seguendo il filo della cresta est del Colle, giungendo, finalmente, sul piano dove troviamo il paletto segnavia del sentiero Sat n°323.
In teoria ora basta seguire le tracce, lungo il tracciato estivo del sent. 323, per arrivare nei pressi della loc. Trenca e da lì, con la comoda strada sterrata, tornare al Rif. Seròt.
La difficoltà maggiore l’ho riscontrata scendendo dal M. Cola, infatti, raggiunto il Col del Chelder, ho dovuto levare le ciaspole e calzare i ramponi (che porto sempre con me, la prudenza non è mai troppa, in particolare se si è soli). La neve anche se non eccessivamente alta, o forse proprio a causa di ciò, era talmente gelata e dura che le ciaspole erano inutili ma soprattutto pericolose! Non nego che finita la discesa e raggiunto il piano, mi sono sentito più a mio agio.
Altro piccolo problema si è presentato tornando verso la loc. Trenca. Durante la mia escursione una nevicata della notte precedente, anche se leggera, aveva cancellato ogni segno di passaggio umano e, evidentemente, nessuno mi aveva preceduto. Non avendo un GPS (in questo caso utilissimo) mi sono arrangiato con il mio istinto d’orientamento da vecchia marmotta, il ricordo di una precedente escursione in zona di molti anni addietro e, soprattutto, carta e altimetro con cui ho potuto seguire la giusta rotta senza troppo sforzo.
Un consiglio: non prendete questo stupendo giro sottogamba, se le condizioni del manto nevoso non sono perfette, ci si può trovare in guai seri.


Tempi e quote: escursioni_Lagorai
Difficoltà : E – EE
Dislivello : + 792
Rif. Seròt – C. Hoabonti h 2,30

C. Hoabonti – M. Cola h 0,30
M. Cola – Sent. 323 h 1,00
Sent. 323 – Rif. Seròt h 1,00
Totale h 5,00

Rif Seròt m 1.566
Malga Trenca m 1666
Cresta SSO M. Cola m 1.850 c.
Baito d’Ilba m 1.902
C. Hoabonti m 2.334
Cresta C. Hoabonti/M. Cola m 2.238
M. Cola m 2.262
Col del Chelder m 2.182
Versante E del M. Cola/sent. 323 m 1.868
Strada forestale pressi loc. Trenca m 1.670 c.

NB. Difficoltà e tempi sono indicativi, poiché quantità d’innevamento e condizioni della neve sono cambiamenti sottoposti a variazioni giornaliere dovute a temperatura, umidità e precipitazioni.

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