giovedì 24 marzo 2011

Chi ha inventato i Parampampoli?

La bevanda incendiaria che ha reso famoso il Crucolo.
Il "Rifugio Crucolo" non è un rifugio ma una trattoria. E' situato
all'inizio della Val Campelle, presso Borgo Valsugana, ed è
frequentato dagli amanti delle cene rustiche e abbondanti. La sua
notorietà è dovuta ai Parampampoli, un digestivo a base di caffè
viene servito flambé e che si è conquistato un posto in Wikipedia.
La famiglia Purìn, che gestisce il Ristorante Rifugio Crucolo custodisce gelosamente il segreto della ricetta da più generazioni. Ma risalire oltre gli anni '50 del secolo scorso è difficile poichè le fonti scarseggiano.
Don G.B. Azzolini, autore del "Vocabolario vernacolo-italiano pei distretti roveretano e trentino" pubblicato postumo nel 1856, riteneva trattarsi semplicemente del sinonimo di "carampampolo" che viene così descritto "sorta di bevanda fatta di acquavite e zucchero bruciati insieme, di cui resta la quintessenza, sost. a cui non può corrispondere che carampampoli".
Mario Rigoni Stern ("I racconti di guerra", Einaudi, Torino, 2006, pag. 57) ne fa risalire la diffusione in Valsugana ai tempi della prima guerra mondiale quando, avanzando gli italiani in direzione di Trento, "Nelle osterie delle terre liberate gli alpini e i fanti impararono a bere una mistura infernale che gli ungheresi e i croati avevano importato dai loro paesi, dove l'avevano a loro volta appresa dai turchi. I valsuganotti la italianizzarono in 'parampampoli', storpiatura di chissà quale vocabolo balcanico: era composta da acquavite, rum, cannella, pepe, chiodi di garofano, caffè in polvere e zucchero mescolati insieme a fantasia e scaldata fino a ebollizione."

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